17.5.19

Il Premio di Risultato convertito in welfare


Un esame delle conseguenze sulla busta paga…

Ipotesi: prendiamo 1000€ di Premio di Risultato e vediamo come si compone la busta paga nel caso di corresponsione normale e nel caso di corresponsione in welfare.

      
      PdR in busta paga:
       
        PdR in welfare:


10% tassazione agevolata: -100€ di imposte


0% tassazione agevolata: -0€ di imposte

9,49% versamento contributi a carico del lavoratore all’INPS: -94,9€ in busta paga, +94,9 di contributi INPS


0% versamento contributi a carico del lavoratore all’INPS: 0€

23,81% versamento a carico dell’azienda all’INPS: +238,1€ di contributi INPS


0% versamento a carico dell’azienda all’INPS: 0€


12% incentivo al lavoratore: 120€


SITUAZIONE FINALE SU 1000€ di PdR:


1000 – 100 – 94,9 = 805,1€ netti in busta paga


120€ da spendere con i vincoli del welfare

94,9 + 238,1=333€ contributi INPS


0€ contributi INPS

100€ imposte


0€ imposte

TOTALE A FAVORE DEL LAVORATORE

805,1+333=1138,1

1120



… e sui conti dell’azienda

                      PdR in busta paga:
                                PdR in welfare:

23,81% versamento contributi a favore del lavoratore all’INPS: 238,1€


0% versamento contributi a favore del lavoratore all’INPS: 0€

7,77% versamento a carico dell’azienda all’INPS per altre causali: 77,7€


0% versamento a carico dell’azienda all’INPS per altre causali: 0€


12%: incentivo al lavoratore 120€


TOTALE SPESA AZIENDALE

1000+238,1+77,7=1315,8

1000+120=1120


Che cosa emerge da questo rapido esame? Che per il lavoratore i conti, a livello economico, sono quasi in pari (vantaggio di circa 15€ per chi sceglie il PdR in busta paga).

Si tratta in realtà di una scelta, tra il consumo nel rispetto dei vincoli previsti dalla normativa (acquisto o rimborso tramite piattaforma welfare di beni e servizi aventi finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto), e il mantenimento del livello dei propri contributi pensionistici.

La scelta è molto delicata, soprattutto in prospettiva: scegliere ogni anno di destinare il 100% del Premio di Risultato in welfare, significherebbe al termine della carriera lavorativa aver accumulato minori contributi, e quindi ricevere una pensione inferiore di oltre l’8%.

Dove risulta la vera convenienza? Chiaramente dalla parte dell’azienda, che su ogni 1000€ che il lavoratore sceglie di destinare al welfare, ottiene circa 200€ di risparmi di spesa.

Nelle loro “pubblicità” via mail o sulla intranet, Easywelfare e l’azienda “omettono” parecchie di queste informazioni, soprattutto per quanto riguarda la “penalizzazione” contributiva in caso di scelta di destinazione al welfare del PdR.

Bisogna quindi fare molta attenzione a operare scelte ponderate, senza farsi abbindolare da “miraggi” di eccezionale convenienza.

Nel caso il lavoratore scegliesse di destinare una parte o tutto il PdR in welfare, bisogna fare attenzione a:

-        - Effettuare spese che rientrino nei vincoli previsti dalla normativa (Opere e servizi aventi finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto; somme, prestazioni e servizi di educazione e istruzione, nonché per la frequenza di ludoteche e centri estivi e per borse di studio; somme e prestazioni per servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti).

-        - Prestare attenzione ai requisiti burocratici necessari per ottenere i rimborsi sulla piattaforma welfare (tipo di fatturazione, indicazione del fruitore del servizio, contenuto dei documenti di spesa).
-         
     - Calcolare che qualora si decidesse di effettuare spese per le quali è prevista una detrazione fiscale (una prestazione sanitaria o le tasse universitarie, per esempio) c’è il caso che non si possano richiedere le detrazioni (in tutto o in parte).

Attenzione alle trappole, meglio informarsi e confrontarsi con i lavoratori vicini, in modo da acquisire un’esperienza maggiore.

Il fatto positivo è invece che, se si sceglie di trasferire il PdR in welfare, si può tornare indietro: se l’importo trasformato in welfare non venisse speso, totalmente o in parte, entro il 30 novembre, tornerebbe nella busta paga di dicembre, ovviamente ridotto del 12% e con il trattamento fiscale e contributivo del PdR.


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