La situazione attuale
Attualmente
la nostra copertura sanitaria è basata su
- Piano base Metasalute
- Piano D Metasalute
- Polizza complementare (per ricoveri e
interventi)
Le
condizioni di fruizione delle prestazioni di Metasalute, sia come costi
(l’introduzione degli scoperti ha reso molto meno conveniente l’assicurazione),
che come prestazioni coperte, che come qualità del servizio, ha nel tempo
scoraggiato molti dal suo utilizzo.
Non
si può che partire, quindi, dalla necessità di limitare le risorse che
spendiamo su Metasalute.
Utilizzare meglio le risorse già investite
Restando
l’adesione a Metasalute obbligatoria per tutti i metalmeccanici, crediamo che
l’obiettivo primo debba essere quello di utilizzare solamente il piano Base
dell’assicurazione, “liberando” le risorse legate alla sottoscrizione del piano
integrativo “D” (338 euro annui a lavoratore), che dovrebbero essere
utilizzati, con un congruo incremento del contributo aziendale, per “costruire”
una polizza complementare che, oltre ai ricoveri e agli interventi, copra anche
diagnostica e visite mediche. E’ da notare che la configurazione attuale deriva
dal contratto aziendale del 2012, che obbliga l’azienda a stipulare polizze che
coprano almeno le prestazioni che erano previste in quel momento. Altrimenti
possiamo star certi che non si sarebbe preoccupata né di stipulare il piano D
né tantomeno la polizza complementare.
I vantaggi di un’altra configurazione
delle polizze
In
questo modo avremmo un rapporto diretto con la società fornitrice del servizio,
che porterebbe quest’ultima ad essere verosimilmente molto più responsabile nei
confronti delle nostre richieste, e in ogni caso darebbe alla Direzione
Aziendale la possibilità di una relazione molto più stretta con la società
erogatrice del servizio, riuscendo a fornire ai lavoratori quella consulenza e
quell’appoggio che non riesce assolutamente a dare nel rapporto con Metasalute.
Siamo
coscienti che la messa a gara del servizio e le condizioni del mercato
sanitario siano elementi che rendono questo percorso difficile, ma riteniamo
che il contratto integrativo aziendale sia il momento giusto per iniziare a
pianificare un cambiamento radicale delle condizioni della polizza sanitaria,
che così com’è, decisamente non regge.
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