27.3.19

Una trattativa lunga due anni






Pensiamo che, una volta finita questa estenuante trattativa, sia necessario ripercorrere le varie fasi che sono state attraversate in questi due anni caratterizzati dalla resistenza contro le proposte aziendali e, in parallelo, la difesa delle proposte dei lavoratori.



Solo così si può valutare l’importanza del lavoro svolto dalle due Rsu che si sono succedute in questa trattativa, il fondamentale ruolo dello sciopero del 6 dicembre 2017, il necessario sacrificio della mancata firma dell’accordo a giugno 2018.



Posizione Aziendale Giugno 2017
(fonte: comunicazione aziendale ai dipendenti del 19-6-2017):

  • proposta di riduzione di 1h10’ il venerdì con riduzione del monte ferie di 5 giorni
  • definizione di “assenza breve” per 7°/8° livello, con limite di 1h30’ al giorno e necessario recupero mensile
  • permessi visita medica solo in strutture pubbliche




Posizione Aziendale Dicembre 2017
(fonte: comunicazione aziendale ai dipendenti del 5-12-2017):


  • flessibilità del venerdì facoltativa
  • parametro del PdR relativo ai giorni lavorati collettivo
  • parametri individuali del PdR basati su giornate lavorate, compresenza e durata presenza giornaliera
  • aumento sul superminimo collettivo assorbibile






Posizione Aziendale Giugno 2018 
(fonte: comunicazione aziendale ai dipendenti del 25-6-2018):
aumenti sul superminimo collettivo assorbibile







Ogni NO, in questi due lunghi anni, ha contribuito ad ottenere l’arretramento della Direzione Aziendale sulle proprie pretese, e la possibilità di ottenere, almeno in parte, le rivendicazioni che abbiamo sempre sostenuto:


  • aumenti non assorbibili, che rimarranno in busta paga fino alla pensione (assenti a giugno 2018)
  • maggiore flessibilità fino al 6° livello (assente a giugno 2018)
  • recupero professionale in un minor numero di anni




La trattativa è stata resa ancora più complicata dall’imposizione aziendale di spostare la discussione esclusivamente a Unindustria, e dall’atteggiamento di una parte dei delegati della nuova Rsu, che presi dalla frenesia di firmare il contratto, tendevano a considerare quasi irrilevanti i suoi contenuti.


In questo contesto si è corso il grosso rischio di retrocedere su alcuni istituti molto importanti, e solamente grazie all’intesa dei delegati Cobas e Fiom (che insieme costituiscono esattamente la metà della Rsu) in trattativa si è tenuto fino all’ultimo, senza cedere sugli aspetti più rilevanti.




I NO dell’ultimo giorno, il 20 marzo, sono stati:


  • sulla perdita di salario che il mancato riconoscimento della mensilizzazione del PdR avrebbe comportato per i lavoratori in apprendistato
  • su una formulazione ambigua dell’assenza 7° e 8° livello, che avrebbe messo in discussione la fruizione di permessi e l’assenza breve (doppio asterisco) nello stesso giorno
  • sulla formazione (che avrebbe dovuto essere fruita con un giorno di ferie ogni quattro a carico dall’azienda)
  • sulla mancanza di una esplicita previsione che per quanto non previsto dall’accordo, valessero gli accordi precedenti
  • sul rifiuto di rendere più arbitrario, lungo e difficile il recupero professionale, che la DA (con Unindustria) aveva legato ad un “percorso formativo e valutativo” non ben definito








I delegati Rsu che, ansiosi di concludere la trattativa a qualsiasi costo, si erano espressi con veemenza per indire un referendum sulla proposta aziendale del 4 marzo, avrebbero rinunciato a pronunciare questi ultimi NO, rendendosi  promotori di un accordo che avrebbe contenuto aspetti inaccettabili.





Il SI che abbiamo detto è un SI ad alcuni principi fondamentali:


  • nessun diritto conquistato può essere oggetto di trattativa o di scambio
  •  i lavoratori devono procedere unitariamente, insieme, senza lasciare nessun gruppo indietro, tantomeno i più giovani.



Insistendo fino alla fine e non considerando chiusa la trattativa fino all’ultimo minuto, Cobas e Fiom hanno dimostrato che il loro intento non era quello di “rompere la trattativa”, ma di firmare il contratto migliore possibile, che rispettasse diritti e principi.




Non è un accordo che ci soddisfa in pieno, Sogei è una società solida e in sviluppo; ci sembra che restino alcune posizioni aziendali critiche, che non concordano con quanto dichiarato dall’AD e da tutto il management circa la centralità dei lavoratori Sogei nei processi di sviluppo e innovazione dell’azienda: 
  • aver preteso di ricostruire l’importo del PdR in 4 anni anziché in 3
  • non avere accettato di inserire gli aumenti nel superminimo collettivo (consentendo di far fruire gli aumenti anche ai futuri assunti in azienda)
  • aver limitato il permesso A12 per i genitori meno anziani (come se la criticità della situazione dipendesse solo dall’età)
  • non aver accettato un confronto sul “ricambio generazionale” che in breve tempo, data la media anagrafica aziendale, sarà uno dei problemi più rilevanti da affrontare.
Abbiamo però ritenuto importanti gli obiettivi raggiunti, e necessario pervenire ad una conclusione di questa vicenda, protrattasi fin troppo a lungo: sui contenuti del contratto e sulla sua validità ci confronteremo con tutti i lavoratori attraverso gruppi omogenei e referendum, a partire dalla prossima settimana.

4 commenti:

  1. Anonimo1:49 PM

    Segnalo l'incongruenza di quanto affermato al presente post al paragrafo relativo alla posizione aziendale del dicembre 2017 in merito alla presenza nella proposta aziendale di "parametri individuali del PdR basati su giornate lavorate, compresenza e durata presenza giornaliera" con la comunicazione aziendale ivi citata del 5/12/2017.
    Detta comunicazione riporta "Inoltre l’Azienda ha: (...omissis...) lasciato 1 solo indicatore collettivo sul Premio di Risultato legato all’indicatore aziendale sui GIORNI LAVORATI"
    Cordialmente,

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  2. Il problema è quello di fidarsi dell'AD, che nella mail dice esattamente quello che il fedele anonimo cita; purtroppo consultando l'allegato, a pag.3, si scopre che i moltiplicatori individuali ci sono eccome, influenzano il 15% del pdr e sono basati su:
    * giornate lavorate
    * compresenza tra le 10 e le 16
    * durata presenza giornaliera.
    In generale consigliamo di leggere attentamente le comunicazioni aziendali, onde non cadere nelle piccole tattiche da gioco delle tre carte che vengono continuamente utilizzate in questi frangenti.
    Occhio, quindi, caro anonimo: ti atteggi da volpe, ma rischi di fare la figura del pollo...
    Cordialmente!

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  3. Anonimo3:14 PM

    Confermo che mi era sfuggita la presenza nell'allegato di un riferimento a parametri individuali per il conteggio del PdR.
    D'altra parte non presumo l'intenzione della direzione di inserire clausole di tale impatto confidando che la rsu non ci faccia caso.
    Una interpretazione alternativa è che, dichiarando espressamente nella comunicazione l'abbandono dei parametri individuali, la direzione intendesse superare quanto riportato nell'allegato.
    Dal momento che la rsu all'epoca ha "responsabilmente" rotto la trattativa, non esiste un successivo confronto in cui le posizioni dell'AD siano state espresse senza l'ambiguità qui presente.
    Comunque, essendo legittime ambo le interpretazioni, non ritengo inesatto il presente post.
    Non ho intenzione di vestire i panni della volpe, anzi mi interessano coerenza e chiarezza.
    Commento da anonimo, ma credo che nessuno abbia dubbi sulla mia identità.
    Ad ogni modo riporto i commenti su iSogei dove può raggiungermi chiunque lavora per l'azienda.
    Cordialmente

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  4. Scusaci per il ritardo nella risposta, ma stiamo facendo un gruppo omogeneo al giorno e quindi siamo un po' "affaticati".
    La comunicazione della direzione era diretta non alla Rsu, ma ai lavoratori: e l'intento della direzione era quello di "confondere" i lavoratori e rendere ambigua e sfumata la sua posizione, che in trattativa invece era chiarissima e ben delineata, al fine di rendere meno credibili i delegati Rsu.
    Siamo lieti comunque che tu ritenga "non inesatto" il post. In ogni caso un atteggiamento più orientato al confronto che al giudizio, renderebbe il contraddittorio più stimolante.

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