Un esame delle conseguenze sulla busta
paga…
(post già pubblicato, ma sempre utile in
questo periodo!!!)
Ipotesi: prendiamo 1.000€ di
Premio di Risultato e vediamo come si compone la busta paga nel caso di corresponsione
normale e nel caso di corresponsione in welfare.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
805,1+333=1.138,1 |
1.120 |
… e sui conti
dell’azienda
PdR in busta paga: |
PdR in welfare: |
|
|
|
|
|
|
|
|
1000+238,1+77,7=1.315,8 |
1000+120=1.120 |
Che cosa emerge da questo rapido esame?
Che per il lavoratore i conti, a livello economico, sono quasi in pari (vantaggio
di circa 15€ per chi sceglie il PdR in busta paga).
Si tratta in realtà di scegliere tra il consumo nel rispetto dei
vincoli previsti dalla normativa (acquisto o rimborso tramite
piattaforma welfare di beni e servizi aventi finalità di educazione,
istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto) e il mantenimento del
livello dei propri contributi pensionistici.
La scelta è molto delicata, soprattutto
in prospettiva: scegliere ogni anno di destinare il 100% del Premio di
Risultato in welfare, significherebbe al termine della carriera lavorativa aver
accumulato minori contributi, e quindi ricevere una pensione inferiore di oltre
l’8%.
Dove risulta la vera convenienza?
Chiaramente dalla parte dell’azienda, che su ogni 1000€ che
il lavoratore sceglie di destinare al welfare, ottiene circa 200€ di
risparmi di spesa.
Nelle comunicazioni social, vengono
“omesse” parecchie di queste informazioni, soprattutto per quanto
riguarda la “penalizzazione”
contributiva in caso di scelta di destinazione al welfare del PdR.
Bisogna quindi fare molta attenzione a operare
scelte ponderate, senza farsi abbindolare da “miraggi” di eccezionale
convenienza; sarebbe più corretto che #noidisogei venissimo trattati
come persone col diritto ad essere informate e non e come destinatari di
messaggi pubblicitari.
Nel caso il lavoratore scegliesse di
destinare una parte o tutto il PdR in welfare, bisogna fare attenzione a:
-
Effettuare spese che rientrino nei vincoli previsti dalla normativa (Opere
e servizi aventi finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza
sociale e sanitaria o culto; somme, prestazioni e servizi di educazione e
istruzione, nonché per la frequenza di ludoteche e centri estivi e per borse di
studio; somme e prestazioni per servizi di assistenza ai familiari anziani o
non autosufficienti).
-
Prestare attenzione ai requisiti burocratici necessari per ottenere
i rimborsi sulla piattaforma welfare (tipo di fatturazione,
indicazione del fruitore del servizio, contenuto dei documenti di spesa).
-
Calcolare che qualora si decidesse di effettuare spese per le quali è
prevista una detrazione fiscale (per esempio una prestazione sanitaria, le
tasse universitarie, spese scolastiche o per asili nido, sport per i figli) non
si possono richiedere le detrazioni (in tutto o in parte). Per fare un
esempio: se mi faccio rimborsare 100€ di visita medica, perdo il diritto a
portarla in detrazione (20€). Quindi 100€ di welfare, in questo caso, valgono
80€ reali.
Generalizzando, se con i 1120 chiedessi
rimborsi welfare di spese detraibili i
1120€ varrebbero in realtà 907€ (1120-19%) riducendo ancor di più la
differenza del valore “immediato” (805€ in busta paga contro 907€ reali in
welfare) ed allargando notevolmente la differenza complessiva a favore del
lavoratore (1138€ contro 907€).
Attenzione alle trappole, meglio informarsi e
confrontarsi con i lavoratori più esperti, in modo da acquisire un’esperienza
maggiore.
Il fatto positivo sarebbe invece
che, se si sceglie di trasferire il PdR in welfare, si può tornare
indietro: se l’importo trasformato in welfare non venisse speso, totalmente
o in parte, entro il 30 novembre, tornerebbe nella busta paga di dicembre,
ovviamente ridotto del 12% e con il trattamento fiscale e contributivo del PdR.
Usiamo il condizionale, perché in passato ci sono stati segnalati
errori nell’applicazione della tassazione. E fate attenzione, nel caso
chiediate rimborsi, al CUD dell’anno successivo: anche in questo caso ci sono
state segnalate anomalie.
Ultima cosa: nei nostri conti teniamo
anche presente che a giugno 2021 ci verranno comunque
accreditati sulla piattaforma 500 €, 200 derivanti da CCNL e 300 da
contratto integrativo.
E ora possiamo scegliere in maniera
consapevole!
Nessun commento:
Posta un commento