30.4.20

Risposta alla Direzione Aziendale sulla scadenza delle ferie pregresse

Questa è la nostra risposta al rifiuto della Direzione Aziendale di rimodulare la scadenza del 30/6 per le ferie di competenza del 2018.


Da: Delegazioni RSU Cobas e RSU Fiom


A: Relazioni Industriali Sogei S.p.A.; Comitato Ristretto Coronavirus


Roma, 29 aprile 2020

Con riferimento a quanto risposto dalla Direzione Aziendale (riportato in calce) in merito alla nostra richiesta sulle ferie e a quanto comunicato oggi dalla stessa D.A. ai dipendenti, rappresentiamo che le delegazioni Cobas e Fiom  conoscono, ovviamente, le norme che regolano la fruizione delle ferie.

Riteniamo, però, che vada necessariamente inquadrato il dettato normativo all’interno dell'attuale contesto eccezionale, in cui, tanto per fare un esempio, persino libertà costituzionali come quella alla libera circolazione sono sottoposte a fortissime restrizioni. Quindi, come linea di principio giurisprudenziale, persino la norma di massimo grado trova la sua attuazione solamente se calata nel contesto in cui la stessa deve trovare  applicazione  (in questo caso la limitazione serve ad assicurare un altro diritto costituzionalmente garantito e considerato preminente, quello alla salute).

Tornando poi alla ratio delle norme che afferiscono al tema “ferie”, è vero che “il recupero psicofisico di ogni persona deve avvenire nel rispetto della legge”. Ed è proprio questo che le delegazioni Cobas e Fiom chiedono, sempre tenendo conto dell’attuale contesto eccezionale.

Ci chiediamo, ad esempio,  se  il recupero psicofisico individuale possa certamente essere raggiunto anche  restando confinati nella propria abitazione. Ci chiediamo, inoltre, se può essere (senza alcun dubbio)  considerato riposo psicofisico quello di un impiegato che, pur non dovendo lavorare, sia costretto a passare le giornate dentro quattro mura, non sempre necessariamente confortevoli.

Secondo consolidata giurisprudenza, inoltre, le ferie hanno come obiettivo anche quello di dedicare maggior tempo alle relazioni sociali e/o affettive. Come si pensa di poter raggiungere tale obiettivo se si resta confinati negli stessi spazi e con le stesse persone oppure  in condizioni di solitudine per diversi mesi ?

Riteniamo che  la scadenza delle  ferie avrebbe  dovuto essere prorogata almeno per un breve periodo successivo a quando le istituzioni consentiranno almeno di poter andare a fare liberamente una passeggiata all’aria aperta. Si consideri, inoltre, che già dai primi di febbraio le autorità sanitarie sconsigliavano ogni spostamento superfluo.

Le delegazioni Cobas e Fiom  ritengono che solo ciascun lavoratore, in maniera individuale e soggettiva, possa decidere come sia meglio impiegare le proprie ferie al fine di raggiungere l’obiettivo previsto dalla giurisprudenza. Nel contesto ordinario, è giusto farlo all’interno delle scadenze previste dalla norma e note a tutti i lavoratori. In un contesto talmente eccezionale da portare addirittura alla contrazione di diritti costituzionalmente garantiti, è saggio prevedere un’interpretazione meno stringente della norma generale. Il raggiungimento dello scopo al quale le ferie sono destinate dovrebbe, in tale contesto, essere prevalente nei confronti del rispetto di mere formalità relative ai tempi previsti per la loro fruizione: ci sembra una priorità facile da condividere..

Per quanto invece disposto dal DPCM del 26.4.2020 (e precedenti decreti in tema COVID) e dai protocolli condivisi dalle parti sociali, risulta evidente come l’incentivazione all’utilizzo delle ferie vada interpretata come una condizione di miglior favore per dipendenti e aziende che si trovino in difficoltà con la prosecuzione delle attività produttive e sia quindi uno strumento alternativo e preferibile ad altri strumenti come, ad esempio, la chiusura dei reparti e la cassa integrazione. Vale la pena evidenziare, infatti, che il DPCM subordina (art.1 comma 1 punto hh) in maniera esplicita la promozione all’utilizzo delle ferie alla possibilità di utilizzare il lavoro agile (art.1 comma 1 punto gg) e alla prosecuzione delle attività produttive (art.2 comma 2). La comunità di lavoratori Sogei può giustamente vantare di aver lavorato senza soluzione di continuità in un contesto complesso come quello attuale e non ha quindi necessità di utilizzare alcuno degli strumenti di salvaguardia indicati in precedenza. Per questa ragione il datore di lavoro non ha necessità di promuovere l’utilizzo delle ferie come alternativa di maggior favore rispetto a provvedimenti più drastici.

Per quanto sopra esposto riteniamo che quanto comunicato dall’azienda ai lavoratori sia profondamento sbagliato e, nel contempo, assai difficile da  comprendere. Ancora una volta si è scelto di non dare riscontro alle necessità e alle esigenze dei lavoratori.

DELEGAZIONE RSU FIOM E DELEGAZIONE RSU COBAS





RISPOSTA PERVENUTA DALLA DIREZIONE AZIENDALE



buongiorno,

con riferimento alla e-mail pervenuta dalla delegazione sindacale Cobas e dalla delegazione sindacale Fiom, con la quale viene richiesta la proroga della scadenza per la fruizione delle ferie maturate nel 2018 in scadenza il prossimo 30 giugno (così come previsto dalla normativa vigente), non riteniamo possibile dare seguito a tale richiesta.

Come noto, la fruizione di periodi di ferie è garanzia del necessario recupero psicofisico di ogni persona e deve avvenire nel rispetto della legge. Peraltro è da evidenziare che anche il DPCM del 26 aprile 2020 e il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento del virus Covid_19 negli ambienti di lavoro,  sottoscritto dal Governo con le parti sociali, incentivano l’utilizzo dell’istituto delle ferie e di altri permessi retribuiti.

Proprio per tale ragione, ferma restando la necessaria programmazione delle ferie, nei prossimi giorni verrà data adeguata informativa a tutto il personale e al management per garantirne il diritto alla fruizione nel rispetto delle procedure aziendali.

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