Il risultato del sondaggio è schiacciante, almeno in un senso: la necessità di attivare una trattativa sul buono pasto durante lo smart working in emergenza.
Sui 360 lavoratori che hanno risposto al sondaggio, oltre l'87% la pensa così, dividendosi tra chi e preferirebbe una trattativa "solidale" (ben il 65% dei votanti, con 234 preferenze) e chi vorrebbe ottenere semplicemente il diritto al buono pasto (82 preferenze equivalenti a quasi il 23%).
Solo il 12,2% dei votanti (44 preferenze) non ritiene che sia il momento di attivare una trattativa sul tema.
Sia chiaro che si sta parlando, in questo momento, di un accordo sullo smart-working "di emergenza", fermo restando quindi che in situazione "normale" lo sforzo di tutti sarà orientato all'ottenimento del buono pasto a favore dei lavoratori.
In questo specifico momento la preferenza del campione di lavoratori che ha votato va nettamente verso l'ottenimento di un "buono pasto solidale", da destinare a quelle famiglie che sono state colpite dal coronavirus non soltanto con il rischio di ammalarsi e con le restrizioni nella vita quotidiana, ma anche con la difficoltà di sopperire alle necessità alimentari.
Ecco il risultato del sondaggio (clicca sull'immagine per ingrandirla):
Sui 360 lavoratori che hanno risposto al sondaggio, oltre l'87% la pensa così, dividendosi tra chi e preferirebbe una trattativa "solidale" (ben il 65% dei votanti, con 234 preferenze) e chi vorrebbe ottenere semplicemente il diritto al buono pasto (82 preferenze equivalenti a quasi il 23%).
Solo il 12,2% dei votanti (44 preferenze) non ritiene che sia il momento di attivare una trattativa sul tema.
Sia chiaro che si sta parlando, in questo momento, di un accordo sullo smart-working "di emergenza", fermo restando quindi che in situazione "normale" lo sforzo di tutti sarà orientato all'ottenimento del buono pasto a favore dei lavoratori.
In questo specifico momento la preferenza del campione di lavoratori che ha votato va nettamente verso l'ottenimento di un "buono pasto solidale", da destinare a quelle famiglie che sono state colpite dal coronavirus non soltanto con il rischio di ammalarsi e con le restrizioni nella vita quotidiana, ma anche con la difficoltà di sopperire alle necessità alimentari.
Ecco il risultato del sondaggio (clicca sull'immagine per ingrandirla):
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